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SMOKING - NO SMOKING Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 febbraio 1994
 
di Alain Resnais, con Sabine Azéma, Pierre Arditi ( RIPRESA ) (Francia, 1993)
 
Scrivere del cinema di Alain Resnais - e di questo suo ultimo, doppio film che potrebbe anche essere considerato il suo film-somma - è particolarmente vanificante: perché egli sembra filmare il vuoto, l'astrazione. O piuttosto, qualcosa che, malgrado la propria astrazione, è terribilmente presente e concreto in ognuno di noi: l'avanzare del tempo.

Come volgere in parole, allora, un film come questo? Seguendo forse la traccia della voce off , che precede le prime immagini di ambedue i film: "Ci troviamo in Inghilterra nel cuore dello Yorkshire, nel villaggio di Hutton Buscel. Come in tutti i villaggi, c'è una chiesa, un cimitero, un ristorante indiano ed una scuola. Il direttore di questa si chiama Toby Teasdale. Toby è sposato con Celia, la figlia di Josephine Hamilton, ben nota per la sua discrezione. Il miglior amico di Toby, Miles Coombes, è un membro influente del consiglio di direzione della scuola. Sua moglie, Rowena Coombes, ha una passione per lo squash. Tutto il villaggio ne parla. Lionel Hepplewick, il bidello della scuola, è figlio di Joe Hepplewick, poeta ufficiale del villaggio. Infine, Sylvie Bell è a servizio dai Teasdale. È l'inizio dell'estate. Celia Teasdale è indaffarata nelle pulizie di primavera. Esce in giardino, riprende fiato mentre il suo sguardo cade su di un pacchetto di sigarette. Esita: deve cedere, oppure no, alla tentazione?"...

Fortunatamente, scrivere di cinema può essere anche esaltante. Perché, cosa fa Resnais di tutto ciò (una serie di otto pièces teatrali, INTIMATE EXCHANGES, di Alan Ayckbourn, ognuna con due finali, per un totale di sedici varianti che avrebbe obbligato lo spettatore di ritornare altrettante volte a teatro...)? Innanzitutto, fa recitare a due soli attori (inutile dire, straordinari, Sabine Azéma e Pierre Arditi) tutti i ruoli del racconto: sei principali, più tre secondari. Poi, inserisce questo racconto in una struttura tutta proiettata nel tempo: all'indietro, in un passato che, a seconda dei suoi accadimenti non può non condizionare il futuro. E, quindi, pure in avanti. Tra una scena e all'altra, Resnais pone infatti una serie di cartoni con la scritta "Ou bien..." , "oppure"... Se il personaggio avesse scelto di non fumare piuttosto che di accendere la sigaretta, di dire questo piuttosto di quello, di dare un'occhiata a destra piuttosto che a sinistra... Infine, Resnais affonda tutta questa ragnatela di relazioni, di ipotesi, di condizionamenti, in un universo totalmente artificiale, ricostruito in studio. Ma che fa da sfondo a delle scene che si svolgono tutte all'aperto...E che la fotografia, le luci di Renato Berta concorrono a rendere mirabilmente - ed ambiguamente - più vere della realtà. A meno che...: a meno che stiano a significare che è la realtà ad essere totalmente artificiale.

Non a caso, infatti, il film di Resnais al quale più si pensa è MELO: un'opera nella quale il modulo della convenzione teatrale era stato ricalcato con una fedeltà raramente vista al cinema. MELO era tutto, fuorché del teatro filmato. Perché la sua raffinata energia, proprio come quella di SMOKING e NO SMOKING, nasceva da un paradosso: quello di imprigionarsi nella costrizione di una corazza teatrale (e quindi teoricamente falsa), per sfuggirne, con dinamismo magnificato, grazie all'espressività dello sguardo cinematografico. Aggiungendo forza a forza, bellezza a bellezza; e, soprattutto, verità. Le psicologie, allora, mutano ed evolvono, la verità non è più quella che ci appare all'inizio, il teatro non cerca più di assomigliare alla vita, ma è la vita che sempre più assume l'aspetto del teatro...

Da sempre, il cinema di colui che per alcuni è il più grande fra i registi francesi viventi è quello della memoria e del tempo. Ma più del tempo che non della memoria. Poiché questa è fragile, ambigua: proprio come i nostri sentimenti, dai quali è giocoforza diffidare. Non rimane, allora, che affidarsi al tempo: risalirlo, come nel film, come la molla del giocattolo riavvolgiamo per capire come e quando ha incominciato ad agitarsi. Afferrare l'attimo fuggente nel quale si è compiuto (il caso, il destino?): ciò che ha comunque determinato quello presente, l'effetto che stiamo vivendo, le motivazioni che spingono gli individui ad agire.

Il miracolo del cinema di Resnais è di riuscire a tradurre questa riflessione senza pedanteria; al contrario, con umanità, humour o sensualità. Le situazioni, i personaggi: sono i fili che legano questi elementi ad aver sempre, e solo interessato Resnais. E finzioni: è la loro evoluzione, il loro modo di assumere una forma, di adattarsi progressivamente ad un calco predestinato - voluto dall'artista ma ben celato nella presunta volontà dei personaggi - ad averlo sempre affascinato.

Forse così si spiega l'incredibile alchimia del cinema di Resnais: la trasformazione del cinema dell'intelligenza in quello della poesia.


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